La cucina napoletana ha una storia molto antica e basata principalmente sui prodotti del mare, ma anche della terra fertile che circonda le valli del Vesuvio. Le basi della cucina napoletana risalgono ai tempi dei romani che a Capua avevano le scuole per i gladiatori. La ricchezza e la varietà del cibo era sempre per i nobili, mentre per il popolo restava poco e nulla. Gli storici ci ricordano che Napoli ha attraversato miserie, pestilenze ed occupazioni da spagnoli, francesi e briganti di ogni sorta. Le cose cambiarono nel 16° secolo e poi migliorarono nel 17° con l’avvento dei cuochi francesi nelle case dei nobili, cambiando piano piano le abitudini anche al popolo, con i prodotti delle terre nuove come patate, pomodori, peperoni, caffè, e la carne di tacchino. Grazie al re Ferdinando II di Borbone, soprannominato Re Bomba, per le innovazioni da lui promosse, la vita dei napoletani va verso nuovi sviluppi e migliorie, il primo pastificio industriale è stato inaugurato proprio da lui nel 1833. Inaugurò anche la prima ferrovia in Italia e la più grande fabbrica di materiali ferroviari. I napoletani, avendo a disposizione il pomodoro che fino ad allora era considerato una pianta solo ornamentale, cambiarono le abitudini. Il pane, la pasta e la pizza cominciarono ad evolvere sino a diventare la grande cucina mediterranea. Quasi tutti i piatti di pasta conditi con pesce e salsa di pomodoro, o solo con olio e aglio, fanno parte della cucina napoletana. Il sartù di riso, gli spaghetti con cozze, vongole, gamberi, pesci vari, pomodoro e basilico, pasta all’arrabbiata, minestre con verdure e pasta, pasta e ceci, pasta e fagioli, pasta e lenticchie. Poca carne ma compensata dal pesce e dai formaggi. La pasta di cui esistono centinaia di formati, pane, focacce, pizza e mozzarella rientrano nella cucina napoletana e di buona parte del sud Italia di cui Napoli era la Capitale. La cucina napoletana famosa in tutto il mondo per i piatti che l’ hanno caratterizzata, insieme al mandolino, il Vesuvio, e la tarantella, sono l’immagine di Napoli nel mondo. Vedi Napoli e poi muori, questo è il detto che i napoletani ripetono, con un sorriso orgoglioso in viso. Simmo a Napoli paisà. Nonostante le traversie dei cittadini napoletani, l’ alimentazione, il cibo, e l’importanza che si dà al mangiare è al primo posto. Allora la popolazione chiamata Mangiamaccheroni scoprì, grazie ai cuochi di ritorno dalle corti francesi, cibi nuovi come il riso poco apprezzato all’inizio, il ragout , cosi chiamato in Francial, il Gateau poi diventato il Gattò, la salsa di pomodoro, e vari altri prodotti. Così la pasta iniziò ad essere condita con successo, con la pummarola, a cui si aggiungevano l’origano e poi il basilico.
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